La Corte di Cassazione, con ordinanza 17 gennaio 2024, ha chiamato la Corte di Giustizia Europea a pronunciarsi sull’applicazione anche ai cargiver delle tutele (inclusi i ragionevoli accomodamenti) previste per le persone con disabilità.
Dopo la legge 162/2021 – non applicabile al caso specifico perché i fatti sono risalenti – la questione potrebbe essere risolta per via interpretativa essendo stata precisata la nozione di discriminazione diretta e soprattutto indiretta (“ogni trattamento o modifica dell’organizzazione delle condizioni e dei tempi di lavoro che, in ragione del sesso, dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare… pone o può porre il lavoratore… in posizione di svantaggio rispetto agli altri lavoratori”).
Inoltre, in attesa della decisione della Corte di Giustizia si potrebbe comunque sostenere che le “soluzioni ragionevoli” debbano essere applicate anche ad altre situazioni di fragilità personale, familiare e sociale.
Questo in ossequio ai principi costituzionali (art. 2 della Costituzione (…la Repubblica… richiede l’adempimento degli inderogabili doveri di solidarietà politica economica e sociale), dei principi di correttezza e buona fede nell’adempimento del contratto e – ultima ma non certo per importanza – della normativa sulla salute e sicurezza e sullo stress lavoro-correlato (art. 28 TU 81/2008).
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