La Francia ha varato una nuova legge che garantisce ai dipendenti d’impresa “periodi offline”. Sostanzialmente, dal primo gennaio 2017, fuori dal proprio orario di lavoro, i dipendenti francesi potranno avvalersi del diritto di essere irreperibili per tutte le comunicazioni lavorative.
La Francia ha varato una nuova legge che garantisce ai dipendenti d’impresa “periodi offline”. Sostanzialmente, dal primo gennaio 2017, fuori dal proprio orario di lavoro, i dipendenti francesi potranno avvalersi del diritto di essere irreperibili per tutte le comunicazioni lavorative.
Smartphone, tablet e PC hanno ormai invaso la nostra vita (lavorativa e non) e secondo il sindacalista Jérôme Chemin: “… essere sempre connessi abbassa la qualità del lavoro e può provocare fenomeni di esaurimento psicofisico”. A quanto pare, sono veramente in pochi a “staccare la spina” fuori dagli orari d’ufficio, infatti, stando ai risultati di uno studio francese, solo un manager su quattro si rende realmente irreperibile quando non lavora.
La popolazione francese potrà presto godere di questo nuovo “diritto 2.0”, ma in Italia com’è la situazione? Per fare chiarezza su questo fenomeno nel nostro Paese abbiamo intervistato l’Avvocato Annalisa Rosiello dello Studio Legale Rosiello di Milano. “In Italia, senza un accordo di reperibilità (che può prevedere anche un’indennità) i lavoratori non hanno obblighi in tale senso poiché tutelati da un’articolata normativa che fissa i limiti dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale”. Qualora però la reperibilità sia stata concordata con il datore di lavoro, l’Avvocato precisa esistere, per ovvi motivi, legati alla necessità di proteggere la salute del dipendente ed evitargli stress, un limite in cui il lavoratore può risultare reperibile.
Svolgere attività lavorative fuori dall’orario d’ufficio, per molti lavoratori è ormai una routine dura a morire e, in alcuni casi, questo comportamento può essere considerato una vera e propria consuetudine. A tal proposito, l’Avvocato Rosiello ha espressamente dichiarato che: “In mancanza dell’accordo di reperibilità, il datore di lavoro non può sanzionare i lavoratori che non si rendono disponibili fuori dall’orario d’ufficio”. Viceversa, in presenza di un accordo, se il lavoratore si rende irreperibile, può incombere in sanzioni.
A livello legislativo siamo tutelati, ma come ci dovremmo comportare per far valere il nostro diritto di essere irreperibili fuori dagli orari di lavoro? In realtà, “non esiste un metodo particolare, se non quello di dialogare e accordarsi col datore di lavoro, spiegando in maniera pacifica che il lavoro non deve assorbire più energie rispetto a quando concordato” ha dichiarato l’Avvocato.
Abbiamo chiesto maggiori informazioni su “Lavoro Agile” che sembrava in qualche modo collegato a questa vicenda. Tuttavia, l’avvocato Rosiello ha spiegato: “Si tratta di un nuovo disegno di legge (attualmente in approvazione ndr) che dovrebbe regolamentare e tutelare il lavoro da remoto, senza però stravolgerlo.”
A sorpresa, l’Italia si è dimostrata decisamente più avanti rispetto ad altre nazioni europee, garantendoci il “diritto” di staccare la spina fuori dagli orari lavorativi… a noi la scelta!